Il cognac è il distillato francese che meglio incarna eleganza, tradizione e complessità aromatica.
Nato nella regione della Charente, è ottenuto dalla doppia distillazione di vino bianco e invecchiato in botti di rovere, secondo un rigido disciplinare AOC.
Le sue categorie VS, VSOP e XO indicano l’età minima dell’acquavite più giovane nel blend. Ideale da gustare liscio o nei cocktail classici, trova spazio anche in cucina e pasticceria.
Sebbene distante dal mondo della brace, il cognac può sorprendere come perfetto digestivo dopo una grigliata: le sue note legnose, speziate e fruttate accompagnano con stile il finale di un pasto importante, diventando parte di un rituale che premia il tempo e la qualità, proprio come accade davanti al fuoco.
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Indice dei contenuti
Che cos’è il cognac e perché è così rinomato
Si tratta di un brandy francese prodotto esclusivamente in una zona ben definita della Francia occidentale, regolamentata da una denominazione di origine controllata (AOC).
Viene ricavato dalla distillazione di vino bianco, prevalentemente da uve Ugni blanc, e successivamente affinato in botti di rovere francese.

A differenza di altri distillati, non può essere prodotto ovunque: la sua autenticità è legata alla geografia, al suolo calcareo e al microclima delle zone tra Charente, Charente Marittima e parte della Dordogna.
La sua storia risale almeno al Cinquecento, e si intreccia con le vicende dei mercanti olandesi e inglesi che contribuirono allo sviluppo delle tecniche di distillazione.
Le categorie del cognac: cosa indicano VS, VSOP e XO
Uno degli elementi più importanti per distinguere un cognac dall’altro è l’indicazione della sua categoria, che si basa sull’età dell’acquavite più giovane presente nel blend finale.

Il sistema di classificazione è stato introdotto per tutelare la qualità del prodotto e oggi si distingue in:
- VS (Very Special): il più giovane della miscela ha almeno 2 anni di invecchiamento. Giovane, fresco, con note fruttate leggere.
- VSOP (Very Superior Old Pale): minimo 4 anni di invecchiamento. Più complesso, con sentori di vaniglia, spezie e legno.
- XO (Extra Old): almeno 10 anni di invecchiamento. Strutturato, profondo, perfetto per chi cerca un’esperienza intensa e persistente.
- XXO (Extra Extra Old): categoria recente, richiede almeno 14 anni. Riservato alle bottiglie più prestigiose.
Esistono poi menzioni aggiuntive come Hors d’age o Vieille Réserve, spesso usate per cognac con decenni di riposo in botte, veri oggetti da collezione.
Come degustarlo: ritualità e bicchieri adatti
Degustare questo liquore non è solo bere: è un’esperienza lenta e sensoriale. Il distillato si serve liscio, in dosi da circa 4 cl, preferibilmente in un bicchiere Ballon o Tulipe, che ne favorisce l’ossigenazione.

La temperatura ideale è tra i 20 e i 22 °C. Il calore delle mani contribuisce a sprigionare gli aromi: è il cosiddetto processo di “umanizzazione”, che rende l’assaggio più pieno e coinvolgente.

Bicchiere Ballon scalda Cognac
Bar Craft
La degustazione inizia con l’osservazione del colore, prosegue con l’analisi olfattiva, che nei cognac più invecchiati può restituire note di cuoio, tabacco, frutta candita e spezie e si conclude con l’assaggio lento, a piccoli sorsi. Un momento meditativo, perfetto per chiudere una giornata di barbecue in tranquillità.
Un abbinamento a sorpresa con il barbecue
A prima vista può sembrare insolito accostare il cognac a un pranzo a base di carne alla brace, ma le due cose condividono valori simili: attenzione al dettaglio, rispetto per la materia prima e passione per il gusto autentico.

Dopo una grigliata ricca magari a base di costate, brisket affumicato o salsicce speziate, un cognac XO può diventare il sigillo perfetto.
Le sue note morbide e persistenti si sposano con i residui aromatici del fumo e del grasso caramellizzato, accompagnando il palato verso un finale morbido e strutturato. Non è un accompagnamento alla carne, ma un modo per prolungare il piacere gustativo.
Qualche cocktail da provare anche in contesto barbecue
Il cognac non è solo da bere liscio. In mixology è protagonista di cocktail eleganti, spesso legati alla storia:
- Sazerac: considerato il primo cocktail americano della storia, combina cognac, assenzio e amaro Peychaud’s.
- Sidecar: un equilibrio perfetto tra cognac, triple sec e succo di limone. Ideale come aperitivo prima del barbecue.
- French Connection: cognac e amaretto in parti uguali. Morbido, avvolgente, da sorseggiare in chiusura di pasto.
- Alexandre: dolce e cremoso, con cognac, crema di cacao e panna. Ottimo sostituto del dessert.
Anche tra le preparazioni “gastronomiche” trova posto: si usa per flambare carni, sfumare padelle o insaporire salse.
Senza dimenticare il Pineau des Charentes, aperitivo tradizionale della stessa regione, ottenuto unendolo al mosto fresco.
Come si riconosce un prodotto di qualità
Capire se si è davanti ad un prodotto di qualità non è difficile, ma occorre leggere con attenzione l’etichetta ma, come prima cosa, se costa poco lasciate perdere.
La classificazione AOC garantisce l’origine e il rispetto del disciplinare, mentre l’indicazione della zona di provenienza (Grande Champagne, Petite Champagne, Borderies, Fins Bois, Bons Bois, Bois Ordinaires) dà informazioni preziose sulle caratteristiche del suolo e sul profilo organolettico atteso.

Le zone più pregiate sono la Grande Champagne e la Petite Champagne, da cui provengono i cognac più fini e longevi. Se la bottiglia riporta “Fine Champagne”, significa che è un blend di distillati provenienti per almeno il 50% dalla Grande Champagne.
Anche l’indicazione “Single Estate” è indice di grande qualità: significa che tutte le uve provengono da una sola proprietà, e il distillato riflette al meglio le caratteristiche del terroir.
Il colore, più chiaro nei prodotti giovani, più scuro in quelli invecchiati e il bouquet olfattivo sono altri indizi fondamentali per valutare la complessità e il pregio del prodotto.
Le nostre scelte di Cognac
Chi cerca un cognac d’eccellenza sa che non tutti i distillati si equivalgono. Per questo abbiamo selezionato due referenze capaci di esprimere al meglio l’equilibrio tra complessità aromatica, qualità delle acquaviti e cura nell’invecchiamento.
Da un lato, l’eleganza vellutata del Claude Chatelier XO, dall’altro la precisione strutturale del Rémy Martin Accord Royal. Due interpretazioni diverse, accomunate da un alto profilo degustativo. Entrambi sono acquistabili su Amazon.
Claude Chatelier XO, una coccola per il palato
Personalmente, il mio preferito. Tra i molti cognac degustati negli anni, il Claude Chatelier XO è quello che più spesso mi ha sorpreso, riportandomi ogni volta a nuove sfumature e ricordi sensoriali. Non è solo un distillato, è un viaggio.

Dal punto di vista tecnico, si tratta di un cognac XO ben strutturato, frutto di una selezione accurata di acquaviti invecchiate almeno dieci anni in botti di rovere francese.
Al naso è raffinato ed espressivo: si aprono subito note di albicocca secca, fico, vaniglia e legno tostato.
Seguono accenni di cuoio, cannella e un sottofondo leggermente floreale che ne arricchisce la complessità.

Claude Chatelier XO
700 ml
In bocca è rotondo e setoso, con un equilibrio impeccabile tra dolcezza e tannini. Il finale è lungo, persistente, con richiami di miele, scorza d’arancia e mandorla.
Ideale per la degustazione lenta, senza fretta, magari a fine pasto o in una serata che merita di essere ricordata.
Remy Martin Accord Royal
Il Rémy Martin Accord Royal è un cognac che si distingue per equilibrio, eleganza e fedeltà alla tradizione della maison.

Prodotto esclusivamente con uve provenienti dalle prestigiose regioni della Grande e Petite Champagne, si classifica come Fine Champagne Cognac, garantendo un profilo aromatico ricco e strutturato.
All’olfatto si presenta con una complessità raffinata: emergono note di frutta matura, prugna, albicocca e fichi secchi, accompagnate da sentori di vaniglia, miele e legno dolce derivanti dall’affinamento in botti di rovere francese.

Remy Martin
700 ml
In degustazione, la texture è morbida e avvolgente, con una progressione gustativa coerente e stratificata. Il sorso è caldo, rotondo, con accenti di spezie leggere, cioccolato e una sfumatura leggermente tostata.
Il finale è lungo, persistente e armonioso, con un’evoluzione elegante che conferma la qualità delle acquaviti utilizzate.
Si presta a una degustazione da meditazione, ideale per intenditori in cerca di un prodotto solido e ben costruito.
Tabella riassuntiva con le principali categorie di cognac
Ecco infine una comoda tabella con le principali categorie e le relative caratteristiche:
Categoria | Significato | Invecchiamento minimo | Note distintive |
---|---|---|---|
VS | Very Special / ★★★ | 2 anni | Giovane, fresco, fruttato. Ottimo per cocktail. |
VSOP | Very Superior Old Pale / Réserve | 4 anni | Più complesso, con note di vaniglia e spezie. Adatto anche liscio. |
XO | Extra Old | 10 anni (dal 2018) | Strutturato e profondo. Ideale come digestivo di pregio. |
XXO | Extra Extra Old | 14 anni | Lungo invecchiamento, gusto ricco e armonico. Raro e costoso. |
Hors d’Age | Fuori età | Oltre 30 anni (non normato) | Pregiato e da collezione. Ogni maison definisce il proprio standard. |
Fine Champagne | Blend da Petite + Grande Champagne | ≥50% da Grande Champagne | Aromi eleganti, buona struttura. Sinonimo di zona d’origine pregiata. |
Single Estate | Da una sola tenuta | Variabile | Espressione autentica del terroir. Complesso, distintivo, di alta qualità. |
FAQ
Che tipo di liquore è il cognac?
Il cognac è un distillato di vino bianco, appartenente alla famiglia dei brandy. È prodotto esclusivamente in alcune zone della Francia occidentale secondo un disciplinare regolato dall’Appellation d’origine contrôlée (AOC). La sua produzione prevede una doppia distillazione in alambicchi di rame e un affinamento in botti di rovere francese.
Che sapore ha il cognac?
Il sapore del cognac varia in base all’invecchiamento, ma generalmente presenta note di frutta matura, vaniglia, spezie dolci, rovere e talvolta cuoio o tabacco. I cognac più giovani tendono ad essere freschi e fruttati, quelli più invecchiati risultano complessi, morbidi e strutturati con un finale persistente.
Che differenza c’è tra whisky e cognac?
La differenza principale riguarda le materie prime e la zona di produzione. Il cognac si ottiene da vino bianco distillato e proviene dalla Francia, mentre il whisky si produce con cereali (come orzo o mais) fermentati e distillati, in paesi come Scozia, Irlanda, Stati Uniti o Giappone. Il processo di produzione e i profili aromatici sono diversi: il cognac è generalmente più morbido e fruttato, il whisky più secco e affumicato.
Perché si chiama cognac?
Il nome deriva dalla città di Cognac, situata nella regione della Charente in Francia. Fin dal XVII secolo questa città è stata il centro nevralgico del commercio e della produzione del distillato. Solo i brandy prodotti in questa zona specifica, seguendo il disciplinare AOC, possono legalmente fregiarsi del nome “Cognac”.
Il cognac si può bere con il ghiaccio?
Sì, il cognac si può bere con ghiaccio, anche se non è il modo tradizionale di degustarlo. L’aggiunta di ghiaccio tende a raffreddare il distillato, attenuando la percezione degli aromi più complessi ma rendendo il sorso più morbido e fresco. È una scelta personale, spesso preferita da chi si avvicina per la prima volta al cognac o lo consuma in contesti informali. Per apprezzarne appieno le sfumature, tuttavia, è consigliato servirlo liscio a temperatura ambiente (circa 20-22 °C).