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Frollatura della carne: i segreti per renderla tenerissima

La frollatura della carne influisce su tenerezza e sapore: scopri come cambiano qualità, aromi e consistenza in base ai giorni di maturazione.

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La frollatura della carne è un processo spesso ignorato dai consumatori, ma rappresenta uno dei fattori più importanti per determinare la reale qualità di una bistecca.

Non basta scegliere un buon taglio o affidarsi all’abilità ai fornelli: la tenerezza inizia molto prima, nelle ore e nei giorni successivi alla macellazione, quando le fibre muscolari irrigidite dal rigor mortis si rilassano e gli enzimi naturali iniziano a modificare la struttura del tessuto.

Una carne non adeguatamente maturata risulterà più dura, asciutta e meno saporita, indipendentemente dal metodo di cottura.

Al contrario, un periodo di frollatura corretto permette di ottenere consistenze morbide, aromi più intensi e una succosità che fa davvero la differenza al momento dell’assaggio. Per questo motivo è utile capire come funziona la frollatura e perché incide così profondamente sulla qualità finale.

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Perché la frollatura rende la carne più tenera

La frollatura migliora la tenerezza della carne intervenendo su ciò che la rende naturalmente rigida: le fibre muscolari contratte dal rigor mortis e il collagene presente nel tessuto connettivo.

Frollatura della carne
Carne di manzo frollata – Foto by Grigliamo.it

Durante questo periodo di maturazione controllata, gli enzimi interni iniziano a scomporre le proteine strutturali, ammorbidendo progressivamente la carne senza alterarne la sicurezza.

Al tempo stesso, la perdita d’acqua e la concentrazione dei succhi interni rendono il sapore più intenso e la consistenza più omogenea.

Una carne non frollata può apparire fresca, ma in realtà risulta dura e poco succosa in cottura.

Con un’adeguata maturazione invece, le fibre diventano più elastiche, il collagene si ammorbidisce e la percezione al morso cambia radicalmente, restituendo una bistecca morbida, fragrante e molto più piacevole da gustare.

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Tecniche di frollatura della carne

La frollatura non è un processo unico: esistono metodi diversi, ciascuno con caratteristiche, vantaggi e limiti specifici, che influenzano profondamente tenerezza, aroma e prezzo finale del taglio.

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Principali tecniche di frollatura:

  • Wet aging: la carne viene confezionata sottovuoto poco dopo la macellazione e maturata in assenza di ossigeno a bassa temperatura. Mantiene peso, aumenta la tenerezza, ma incide poco sul sapore.
  • Dry aging: la carne matura all’aria in celle controllate, dove l’umidità si riduce e i sapori si concentrano, generando note burrose e nocciolate. Richiede tagli grassi, tempi lunghi e comporta una perdita di peso significativa.
  • Frollatura industriale avanzata: tecnica sviluppata per velocizzare il processo mantenendo qualità, con tempi ridotti e controllo rigoroso di temperatura e umidità.

In sintesi, ogni tecnica influisce in modo diverso sul risultato finale, ed è il rapporto tra tempo, ambiente e caratteristiche del taglio a determinare la vera qualità della carne frollata.

Carne importata: maturazione durante il trasporto

Quando la carne proviene da Paesi lontani, come Argentina o Australia, attraversa un lungo viaggio in nave all’interno di celle frigorifere a temperatura controllata.

Durante queste 10-20 giorni di trasporto, anche se non è previsto un vero processo di frollatura, avviene comunque una forma di maturazione naturale simile al wet aging.

Le fibre muscolari, inizialmente irrigidite dal rigor mortis, si rilassano progressivamente e gli enzimi interni continuano a lavorare sul tessuto connettivo, rendendo la carne più morbida rispetto a un taglio fresco non maturato.

Questo spiega perché molte bistecche confezionate sottovuoto risultino tenere pur senza indicare formalmente la frollatura in etichetta. È però fondamentale conservarle correttamente una volta acquistate, mantenendo il frigorifero a 4-5°C e rispettando la data di scadenza per ottenere benefici senza rischi.

Come riconoscere la carne frollata in etichetta

Individuare una carne davvero frollata non è semplice, perché la normativa non obbliga i produttori a indicare il periodo di maturazione e nei banchi dei supermercati, la maggior parte dei tagli arriva con tempi molto ridotti rispetto allo standard ideale.

Quando però la frollatura della carne è dichiarata, l’etichetta deve riportare informazioni precise: il metodo utilizzato (wet aging o dry aging), la durata del processo e, in alcuni casi, il disciplinare seguito dall’azienda.

Nelle macellerie di qualità o nei reparti premium dei supermercati è più facile trovare indicazioni come “frollata 20 giorni” oppure “dry aged 30 giorni”, spesso accompagnate dalla temperatura e dall’umidità della cella di maturazione.

L’assenza totale di riferimenti non significa che la carne non sia tenera, ma rende impossibile valutare la qualità reale del processo. Per questo molti consumatori scelgono tagli sottovuoto da conservare qualche giorno in frigorifero, favorendo una maturazione ulteriore e naturale.

Frollatura della carne e sicurezza alimentare: cosa sapere

La frollatura della carne è un processo sicuro quando viene eseguito in condizioni controllate, ma richiede attenzione perché coinvolge la conservazione della carne per periodi più lunghi rispetto alla normale vendita al dettaglio.

Nelle celle di maturazione, che siano dedicate al wet aging o al dry aging, temperatura, umidità e circolazione dell’aria devono essere monitorate costantemente: solo così si evita la proliferazione di microrganismi indesiderati e si garantisce che gli enzimi naturali possano agire senza rischi.

Nel dry aging, in particolare, l’ambiente deve essere sterilizzato con sistemi come lampade UV e filtri antibatterici, mentre la crosta superficiale formata durante il processo viene rimossa prima del consumo.

Per il consumatore, il punto chiave è acquistare carne frollata da macellerie affidabili o reparti specializzati, verificare sempre data di confezionamento e condizioni dell’imballo e conservare il prodotto a 4-5°C fino al momento della cottura. In questo modo la frollatura mantiene tutti i suoi benefici senza compromettere la sicurezza.

Frollatura della carne fai da te: è possibile farla in casa?

La frollatura della carne domestica è teoricamente possibile, ma richiede condizioni molto precise che difficilmente si replicano in una normale cucina.

carne in frigo frollata
Foto by Grigliamo.it

Per ottenere risultati sicuri servirebbero un frigorifero dedicato, una temperatura costante tra 1 e 3°C, umidità controllata e una ventilazione continua: parametri che evitano la proliferazione batterica e permettono agli enzimi di lavorare correttamente.

In mancanza di queste attrezzature, il rischio di contaminazioni aumenta e la resa finale non è paragonabile a quella professionale. L’unica pratica sicura a casa è conservare per alcuni giorni la carne sottovuoto, prolungando un leggero effetto simile al wet aging, sempre nel rispetto della scadenza.

Quali carni non vanno frollate?

Non tutte le carni beneficiano della frollatura, e in alcuni casi il processo è inutile o addirittura sconsigliato.

Le carni molto giovani, come vitello, agnello da latte o pollame, hanno fibre muscolari già tenere e poco collagene: non trarrebbero alcun vantaggio da una maturazione prolungata, che rischierebbe invece di comprometterne la qualità.

Anche maiale e carni bianche in generale non vengono frollate, perché la loro struttura non richiede un rilassamento enzimatico paragonabile alla carne bovina.

La frollatura è invece fondamentale per manzo, bufalo e, in misura minore, per alcuni tagli di selvaggina, dove collagene e fibre richiedono una maturazione controllata per migliorare tenerezza e sapore.

Frollatura della carne e stagionatura sono la stessa cosa?

No, frollatura della carne e stagionatura non sono la stessa cosa, anche se entrambe prevedono un periodo di riposo controllato.

La frollatura riguarda esclusivamente la carne fresca e ha l’obiettivo di migliorarne tenerezza, succosità e sapore attraverso l’azione degli enzimi che ammorbidiscono fibre e tessuto connettivo.

La stagionatura, invece, è un processo completamente diverso: riguarda prodotti come salumi, prosciutti e formaggi, e prevede una disidratazione progressiva associata allo sviluppo di aromi complessi dovuti all’attività dei microrganismi e alla perdita di acqua.

Durante la frollatura la carne resta fresca, mentre nella stagionatura diventa un prodotto conservato.

Differenze di qualità e sapore in base al tempo di frollatura della carne

Tempo di frollaturaTenerezzaSaporeNote principali
0–3 giorni (post macellazione)Carne ancora rigida per effetto del rigor mortis.Sapore poco sviluppato, percepito come “piatto”.Fase non ideale per il consumo; la carne può risultare dura e poco succosa.
7–10 giorniTenerezza in netto miglioramento, fibre più rilassate.Aromi ancora delicati ma più armonici rispetto alla carne freschissima.Primo vero salto di qualità: la differenza al morso è già evidente.
15–21 giorniCarne morbida, con buona succosità e consistenza uniforme.Sapore pieno, rotondo, con maggiore intensità aromatica.Intervallo spesso considerato ottimale per molti tagli bovini ben marezzati.
30–40 giorniTenerezza elevata, fibre molto ammorbidite.Note complesse, con sentori burrosi e leggermente nocciolati (dry aging).Indicata per chi cerca un profilo aromatico deciso e strutturato.
Oltre 40 giorni (frollature lunghe)Carne estremamente tenera, quasi “al cucchiaio” in alcuni tagli.Aromi molto intensi, talvolta marcati, non sempre graditi a tutti.Frollatura di nicchia: richiede tagli molto grassi e consumatori abituati a sapori forti.

Fonte: rielaborazione da My Personal Trainer

Daniele Ferruccio Toscana
Daniele Ferruccio Toscana
Nato nel 1979, ho intrapreso studi in conservazione del patrimonio artistico, ma la mia vera vocazione si è rivelata altrove. Per oltre un decennio, ho gestito con passione un pub di mia proprietà a Roma, dove ho appreso che la qualità degli ingredienti è fondamentale per una cucina eccellente, soprattutto quando si tratta di carne e pesce. Da questa esperienza e dalla mia passione per la scrittura è nato Grigliamo.it, un progetto che unisce l'arte culinaria alla condivisione di ricette e consigli per gli amanti della griglia e del barbecue.

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