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Grasso della carne giallo: cosa sapere davvero

Il grasso della carne giallo è legato ad alimentazione, razza ed età dell’animale. Scopri cosa significa davvero e se influisce su qualità e gusto

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Mio Dio: grasso della carne giallo? È questa la reazione che molti consumatori hanno quando si trovano davanti a un taglio di carne con un tessuto adiposo dal colore insolito.

Abituati a vedere il grasso bianco o appena avorio, il giallo può sembrare sospetto. In realtà non c’è nulla di anomalo: il grasso della carne giallo è un fenomeno naturale legato a diversi fattori, dall’alimentazione alla razza, fino all’età dell’animale.

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Perché il grasso della carne è giallo?

La spiegazione principale si trova nell’alimentazione. I bovini allevati al pascolo assumono grandi quantità di carotenoidi, pigmenti naturali presenti nelle piante verdi.

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t bone steak grasso giallo
Foto di Jesus González da Pixabay

Queste sostanze non vengono eliminate del tutto ma si accumulano nei tessuti, colorando il grasso di giallo. Ecco perché il grasso della carne giallo è tipico delle vacche da latte o dei bovini cresciuti all’aperto, nutriti con erba fresca.

Al contrario, gli animali alimentati soprattutto con mangimi a base di cereali sviluppano un grasso più bianco.

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Non si tratta di qualità migliore o peggiore, ma di un segnale diretto di ciò che l’animale ha mangiato. L’occhio esperto riconosce spesso il tipo di allevamento proprio da questo dettaglio cromatico.

Età, razza e caratteristiche genetiche

Oltre alla dieta, anche età e razza influenzano la colorazione. Con il passare del tempo il metabolismo degli animali rallenta e i pigmenti vegetali si accumulano più facilmente, rendendo più frequente la comparsa di grasso della carne giallo nei bovini adulti rispetto ai vitelli.

grasso della carne giallo
Foto di Reinhard Thrainer da Pixabay

Alcune razze, come le Frisone, hanno una predisposizione genetica a immagazzinare carotenoidi.

Di conseguenza, il loro grasso tende naturalmente a virare verso il giallo, mentre altre razze selezionate per la carne, come la Chianina o la Piemontese, presentano solitamente un grasso più chiaro.

Grasso giallo e qualità della carne

Il colore non è sinonimo di carne meno fresca o poco salutare. Non esistono rischi per la salute legati alla presenza di grasso della carne giallo, anzi in alcuni casi è considerato un pregio.

In Giappone e in Sud America, ad esempio, è associato a un gusto più intenso e complesso, apprezzato soprattutto in cottura alla griglia o negli stufati.

Dal punto di vista nutrizionale, questo tipo di grasso contiene carotenoidi, sostanze antiossidanti benefiche per l’organismo.

Le quantità non sono elevate, ma rappresentano comunque un valore aggiunto che testimonia la naturalità della dieta dell’animale.

Differenze gastronomiche

Il grasso della carne giallo può presentare una consistenza più morbida, sciogliendosi più rapidamente durante la cottura.

Questo contribuisce a rendere la carne più succosa e profumata. Chef e macellai lo riconoscono come un elemento che arricchisce la complessità aromatica di alcuni piatti, soprattutto quando si utilizzano tagli da brasato o da barbecue.

Un grasso più bianco, invece, ha solitamente un sapore più neutro e una consistenza più compatta. Ciò non implica minore qualità, ma semplicemente una diversa esperienza culinaria.

Freschezza e conservazione

Per capire se la carne è fresca non basta guardare il colore del grasso. Un tessuto adiposo giallo, se compatto e dall’odore neutro, non è un difetto.

Al contrario, segnali di scarsa conservazione sono la consistenza molle, l’odore sgradevole o un aspetto untuoso. È sempre importante valutare anche la parte magra: deve avere un colore vivo, una superficie soda e un profumo gradevole.

In conclusione, il grasso della carne giallo non va visto come un campanello d’allarme, ma come un elemento che racconta la storia dell’animale: la sua età, la sua razza e soprattutto il tipo di alimentazione ricevuta.

Daniele Ferruccio Toscana
Daniele Ferruccio Toscana
Nato nel 1979, ho intrapreso studi in conservazione del patrimonio artistico, ma la mia vera vocazione si è rivelata altrove. Per oltre un decennio, ho gestito con passione un pub di mia proprietà a Roma, dove ho appreso che la qualità degli ingredienti è fondamentale per una cucina eccellente, soprattutto quando si tratta di carne e pesce. Da questa esperienza e dalla mia passione per la scrittura è nato Grigliamo.it, un progetto che unisce l'arte culinaria alla condivisione di ricette e consigli per gli amanti della griglia e del barbecue.

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