Organizzare un barbecue coreano a casa non è solo una questione di cucina, ma un rito conviviale che celebra l’equilibrio tra sapore, condivisione e armonia.
Nato in Corea come momento di aggregazione tra famiglia e amici, il KBBQ (acronimo di Korean Barbecue) è diventato oggi una delle esperienze gastronomiche più amate nel mondo.
Chiunque abbia visitato un ristorante coreano lo sa: il profumo del manzo sulla piastra, il fumo leggero che si alza dalla griglia, le piccole ciotole di contorni colorati e le risate attorno al tavolo creano un’atmosfera unica, calda e informale.
Con un po’ di organizzazione, gli strumenti giusti e ingredienti facilmente reperibili, si può portare la magia del barbecue coreano anche nella propria cucina o in giardino.
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Indice dei contenuti
Il barbecue coreano è un’esperienza interattiva e conviviale
La particolarità del barbecue coreano è che ognuno cucina da sé la propria carne, direttamente al tavolo.

Nei ristoranti, la griglia è spesso integrata al centro, con un sistema di aspirazione per il fumo. Tutto è pensato per favorire il dialogo, lo scambio e la collaborazione.
Non c’è un “cuoco” e degli “ospiti”: tutti partecipano. È questo che rende il KBBQ più di un semplice pasto, ma una vera esperienza collettiva.
La carne non è mai servita già cotta. Si cuoce a tavola, si taglia con forbici da cucina, si avvolge in foglie di lattuga o perilla insieme a riso, salse e contorni.
Ogni boccone è un piccolo equilibrio di consistenze e contrasti: caldo e freddo, dolce e piccante, tenero e croccante.

Barbecue coreano Hot Pot
Tristar
Le carni protagoniste del barbecue coreano
La scelta della carne è centrale. In Corea si preferiscono tagli sottili, teneri e ben marezzati, capaci di cuocere in pochi secondi mantenendo tutto il succo interno.
Bulgogi (불고기)
È forse il piatto più iconico del barbecue coreano. Si tratta di fette sottili di manzo, spesso controfiletto o ribeye, marinate per alcune ore in una salsa a base di soia, zucchero, pera coreana grattugiata, aglio, cipolla e olio di sesamo.
Questa marinatura dolce e leggermente fruttata ammorbidisce la carne e le conferisce un aroma unico. Il bulgogi si cuoce velocemente su una piastra rovente e può essere servito anche con verdure saltate, come carote e cipollotti.
Galbi o Kalbi (갈비)
Sono costolette di manzo tagliate trasversalmente sull’osso. Nella versione Yangnyeom Galbi vengono marinate in una salsa dolce-salata simile a quella del bulgogi, ma più densa e caramellata.
Durante la cottura, il grasso del manzo si scioglie e forma una crosticina irresistibile. Una variante molto amata negli Stati Uniti è la LA Galbi, riconoscibile dai tre piccoli cerchi d’osso visibili nel taglio.
Samgyeopsal (삼겹살)
È il corrispettivo coreano della pancetta di maiale. Si cuoce senza marinatura, tagliata a fette spesse, e si serve subito dopo averla grigliata.
Una volta cotta, viene tagliata con le forbici e avvolta in lattuga o perilla insieme a ssamjang (salsa piccante di soia e peperoncino), cipollotti marinati e kimchi alla griglia.
La versione marinata con gochujang (pasta di peperoncino fermentato) è più intensa e speziata: ideale per chi ama i sapori decisi.
Moksal (목살)
Taglio di coppa di maiale, leggermente più magro del samgyeopsal ma altrettanto succoso. Può essere grigliato al naturale oppure marinato in salsa di soia, aglio e sesamo. È un taglio versatile, perfetto anche per chi cerca un’alternativa più leggera.
Pollo marinato al gochujang
Per variare, si possono usare cosce di pollo disossate, marinate in gochujang, miele e salsa di soia.
La carne rimane morbida e profumata, con un equilibrio tra piccante, dolce e salato che esalta l’aroma della griglia.
Marinature coreane: il segreto del gusto
La marinatura è un rito. In Corea, ogni famiglia ha la propria ricetta, tramandata e perfezionata nel tempo.
Gli ingredienti base sono pochi, ma la combinazione perfetta tra dolcezza, sapidità e aroma di sesamo è ciò che rende unico il gusto del barbecue coreano.
Una marinatura tipica coreana per il bulgogi include:
- 5 cucchiai di salsa di soia
- 2 cucchiai di zucchero
- 1 pera coreana o una mela grattugiata
- 2 cucchiai di mirin o vino di riso
- 1 cucchiaio di olio di sesamo tostato
- 1 spicchio d’aglio tritato
- pepe nero e semi di sesamo
Basta lasciare la carne immersa nella salsa per almeno due ore o tutta la notte, se possibile e sarà pronta per la griglia.
La griglia e gli strumenti ideali
Per ricreare un vero barbecue coreano a casa servono pochi ma essenziali strumenti:

- Una griglia rotonda o a cupola, preferibilmente antiaderente e con canali per drenare il grasso.
- Un fornello portatile a gas o una piastra elettrica. In alternativa, il carbone regala il profumo autentico, ma è meno pratico in casa.
- Pinze lunghe per girare la carne e forbici da cucina per tagliarla in piccoli pezzi.
- Ciotoline per le salse e i contorni (i banchan), indispensabili per completare l’esperienza.
In Corea si trovano griglie multifunzione con spazi separati per uova o formaggio fuso: un tocco in più che sorprende sempre gli ospiti.
Verdure e accompagnamenti sulla griglia
Il barbecue coreano non si limita alla carne. Tra una fetta e l’altra, si cuociono anche verdure e funghi che assorbono il sapore del grasso e delle salse:
- Aglio: affettato sottile e grigliato finché diventa dorato e morbido.
- Cipolle: caramellano in pochi minuti, aggiungendo dolcezza al piatto.
- Peperoncini verdi: cotti leggermente, perdono parte della loro piccantezza e diventano aromatici.
- Funghi enoki e pleurotus: ottimi con un filo d’olio di sesamo.
- Kimchi grigliato: l’acidità si attenua, emergono note dolci e affumicate.
Ogni elemento sulla piastra contribuisce a creare un equilibrio di sapori che si completano a vicenda.
I banchan: l’arte dei contorni
In un pasto coreano i banchan sono fondamentali. Non sono semplici contorni, ma parte integrante dell’esperienza.

Vengono serviti in piccole porzioni e continuamente rinnovati, ognuno con un ruolo preciso.
Tra i più tipici:
- Kimchi (김치): il simbolo della cucina coreana. Spesso si prepara con cavolo napa, spezie e pasta di peperoncino fermentata.
- Ravanello marinato (ssammu): croccante e leggermente acidulo, ottimo per “pulire” il palato tra un boccone e l’altro.
- Insalata di cipollotti (pajeori): condita con aceto di riso, gochugaru (fiocchi di peperoncino) e semi di sesamo.
- Uovo al vapore (gyeran jjim): soffice e delicato, serve a bilanciare la piccantezza delle salse.
- Zuppa di soia fermentata (doenjang jjigae): servita calda a fine pasto, insieme a una ciotola di riso bianco o riso viola.
- Korean corn cheese: mais, maionese e mozzarella, fusi in una padella di ghisa finché non diventano filanti.
Insieme, questi piccoli piatti creano un equilibrio perfetto tra dolce, salato, piccante e fermentato, trasformando ogni grigliata coreana in un’esperienza completa e armoniosa, dove la carne diventa solo una delle tante sfumature di gusto da scoprire.
Le salse del barbecue coreano
Le salse sono il cuore pulsante del KBBQ. Ogni tipo di carne ha la sua combinazione ideale:
- Ssamjang (쌈장): densa e speziata, a base di pasta di soia (doenjang), pasta di peperoncino (gochujang), aglio, cipolla e olio di sesamo.
- Olio di sesamo, sale e pepe: minimalista ma irresistibile, esalta la carne non marinata.
- Salsa di soia e wasabi: perfetta per manzo o maiale marinato, con note fresche e aromatiche.
In Corea, le salse vengono servite in piccole ciotole individuali e ognuno le mescola secondo gusto personale.
Come si mangia: l’arte del “ssam”
Il modo più autentico di gustare il barbecue coreano è creare un ssam, ovvero un involtino.
Si prende una foglia di lattuga o di perilla, si aggiunge un pezzetto di carne appena grigliata, un po’ di riso, una punta di salsa e magari una striscia di kimchi o cipolla marinata.
Si chiude tutto in un boccone e si gusta in una sola volta, per non far perdere l’equilibrio dei sapori.
Mangiare con le mani non è un problema, anzi: fa parte del rituale. Tuttavia, è buona norma usare le bacchette per spostare la carne e le pinze per girarla, evitando di contaminare carne cruda e cotta.
Bere durante un barbecue coreano
In Corea il barbecue si accompagna quasi sempre a un bicchiere di soju (소주), distillato limpido e leggero, simile alla vodka ma con gradazione più bassa. Un’altra bevanda popolare è la maekju (맥주), cioè la birra.

Molti amano mischiare le due cose creando il famoso somaek, un cocktail semplice ma potente: un dito di soju versato in un bicchiere di birra fredda.
Chi non beve alcol può optare per le bibite tradizionali come Chilsung Cider (una limonata frizzante) o un classico bicchiere di cola.
L’importante è brindare insieme, perché in Corea mangiare è sempre un gesto di socialità.
Buone maniere ed etichetta del barbecue coreano
Sebbene non esistano regole rigide, il KBBQ segue alcune semplici norme di rispetto reciproco.
Non si comincia a mangiare prima che tutti abbiano la carne nel piatto, e si cerca di non occupare la griglia solo per sé.
È educato girare la carne per gli altri, offrire il primo pezzo ben cotto e mantenere la conversazione leggera e amichevole.
Il barbecue, dopotutto, è un momento per rilassarsi e condividere.
Ricreare il barbecue coreano in casa
Per chi vuole provare a casa il barbecue cureano, bastano pochi passi:
- Prepara la marinatura in anticipo e lascia riposare la carne per qualche ora.
- Disponi in tavola salse, contorni, ciotole di riso e foglie fresche di lattuga.
- Scalda la griglia o la piastra, unta leggermente d’olio.
- Cuoci le carni a fiamma viva, girandole con le pinze finché dorate ma ancora succose.
- Taglia, avvolgi, assaggia e ripeti: il ritmo perfetto del barbecue coreano.
Seguendo questi semplici passaggi, potrai ricreare a casa l’atmosfera autentica di un ristorante di Seoul, dove il profumo della carne alla griglia si mescola al calore della compagnia e ogni boccone racconta la storia di una tradizione antica che celebra il piacere di stare insieme.
Perché provare il barbecue coreano
Il barbecue coreano non è solo un modo diverso di cucinare, ma un modo diverso di stare insieme.
Ogni ingrediente, ogni gesto, ogni risata attorno alla griglia contribuisce a creare una forma di convivialità autentica, fatta di lentezza e partecipazione.
Quando il profumo della carne si mescola al calore della piastra e al piccante del gochujang, anche un semplice pranzo diventa un viaggio sensoriale nel cuore della Corea.
Fonti: Mycoreankitchen








