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Carne sottovuoto o congelata? Differenze, durata e vantaggi a confronto

Meglio carne sottovuoto o congelata? Scopri quanto dura, i vantaggi di ciascun metodo e le regole della legislazione italiana per una conservazione sicura e a norma.

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È meglio la carne sottovuoto o congelata? Dipende da cosa cerchi: durata, praticità o qualità sensoriale.

Il sottovuoto mantiene la carne fresca per alcuni giorni, preservando colore e sapore grazie all’assenza di ossigeno, ma richiede una temperatura costante tra 0 °C e 4 °C.

Il congelamento, invece, è ideale per periodi lunghi: a –18 °C la carne può conservarsi fino a un anno, ma la formazione di cristalli di ghiaccio può alterarne leggermente la consistenza.

Molti esperti oggi scelgono di combinare i due metodi, confezionando sottovuoto prima di congelare: in questo modo si limita l’ossidazione, si evitano le bruciature da freddo e si ottiene una carne più sicura, umida e saporita anche dopo mesi.

Carne sottovuoto: come funziona e quanto dura

Il confezionamento sottovuoto elimina quasi completamente l’ossigeno attorno alla carne.
Questo rallenta la proliferazione dei batteri aerobici, come Pseudomonas e Acinetobacter, principali responsabili del deterioramento.

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marinare la carne sottovuoto
Carne sottovuoto – Foto Grigliamo.it

Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, una temperatura costante tra 0 °C e 4 °C consente di prolungare la durata fino a 5-10 giorni, a seconda del taglio.

Le carni rosse intere resistono più a lungo, mentre i macinati richiedono consumazione più rapida.

La carne sottovuoto, inoltre, mantiene un colore più stabile e un profumo più delicato, poiché viene ridotta l’ossidazione della mioglobina, responsabile dell’imbrunimento.

leggi anche: Carne sottovuoto marinata: meglio non acquistarla ecco perché.

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Vantaggi della carne sottovuoto: gusto, sicurezza e praticità

Oltre a una maggiore durata, il sottovuoto migliora la qualità sensoriale della carne.
Durante la marinatura, gli aromi penetrano in modo uniforme grazie al contatto continuo tra liquido e tessuto muscolare.

Diversi studi (tra cui uno pubblicato sul Journal of Food Engineering, 2019) dimostrano che la marinatura sottovuoto riduce del 40% i tempi rispetto al metodo tradizionale e aumenta la ritenzione dei succhi naturali.

Dal punto di vista igienico, il confezionamento sottovuoto riduce la contaminazione crociata, ma richiede attenzione: un errore di temperatura o una perdita del sigillo può favorire la crescita di batteri anaerobi, come Clostridium botulinum.

Per questo motivo è consigliato un controllo visivo quotidiano e l’uso di sacchetti spessi almeno 80 micron.

carne marinata sottovuoto con etichetta
Macchina Sottovuoto Alimenti 12-IN-1

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Nota: per motivi di copyright, alcune immagini presenti in questa pagina sono generate con intelligenza artificiale.

Carne sottovuoto: limiti e attenzioni da seguire

Il sottovuoto non è una garanzia assoluta di sicurezza. Se la carne viene conservata a temperature superiori ai 6 °C o se il sacchetto si danneggia, la proliferazione batterica può riprendere rapidamente.

Come scongelare e congelare la carne
Foto Pexels

È fondamentale quindi utilizzare macchinari certificati e controllare l’integrità del confezionamento.

Anche il riutilizzo dei sacchetti è sconsigliato, perché può favorire contaminazioni invisibili.
Gli esperti consigliano di segnare sempre la data di confezionamento e di consumare il prodotto entro i tempi indicati per ciascun taglio: 5 giorni per il pollo, 7 per il maiale e fino a 10 per il bovino.

Se il vuoto si gonfia o si formano bolle, significa che la carne non è più stabile.

Carne congelata: metodo tradizionale ma sempre attuale

Il congelamento è una tecnica consolidata che, se ben eseguita, preserva fino al 95% dei nutrienti originali.

A -18 °C i microrganismi non si moltiplicano, ma entrano in uno stato di quiescenza.
Secondo l’EFSA, la durata media varia da 2-3 mesi per salsicce e macinati a 9-12 mesi per carni intere e pollame.

È importante non confondere congelamento con surgelazione: quest’ultima è un processo industriale più rapido che forma microcristalli, preservando meglio le fibre.

A casa, invece, il raffreddamento lento può produrre cristalli di ghiaccio più grandi che danneggiano la struttura del muscolo, rendendo la carne più secca dopo lo scongelamento.

Per minimizzare il problema, si consiglia di porzionare la carne in piccoli tagli e sigillarla in sacchetti specifici.

Consigli pratici per congelare senza errori

Una buona congelazione parte da carne freschissima, mai già scongelata. È preferibile confezionarla con pellicole o sacchetti da freezer, evitando di riempire troppo il sacchetto.

Il freddo deve poter circolare liberamente per garantire un congelamento omogeneo.
Non superare il 75% della capacità del freezer e posiziona i pezzi vicino alle pareti refrigeranti.

cosce di pollo marinare con rub sottovuoto
Carne sottovuoto – Foto Grigliamo.it

Ogni due o tre mesi, rimuovi il ghiaccio in eccesso: la brina infatti riduce l’efficienza termica e può far aumentare la temperatura interna.

La carne scongelata deve essere consumata entro 24 ore e mai ricongelata a meno che non sia stata prima cotta (N.d.r. lo so questo va contro i consigli della nonna).

Questa regola riduce il rischio di contaminazioni e mantiene le proprietà organolettiche.

Sottovuoto e congelamento insieme: la soluzione più efficace

Molti professionisti della ristorazione e della macelleria combinano oggi i due metodi.

Il confezionamento sottovuoto prima del congelamento unisce il meglio di entrambe le tecniche: assenza d’aria, minore formazione di cristalli di ghiaccio e durata fino a 18 mesi se conservata a -18 °C.

Inoltre, il sottovuoto impedisce l’effetto “bruciatura da freddo”), causato dal contatto diretto con l’aria fredda.

Anche lo scongelamento risulta più uniforme, poiché la carne mantiene l’umidità interna. Questa soluzione è particolarmente utile per chi fa scorte di tagli pregiati o gestisce attività di ristorazione con rotazione programmata.

La carne va scongelata lentamente, idealmente in frigorifero, per preservare consistenza e sapore.

Frollatura, un’altra cosa del tutto diversa

Molti confondono la conservazione sottovuoto con la frollatura, ma si tratta di due processi completamente differenti.

carne sottovuoto marinata
Carne sottovuoto – Foto Grigliamo.it

La frollatura è una maturazione controllata che avviene in ambiente ventilato, a temperatura costante e umidità calibrata.

Serve a rendere la carne più tenera grazie all’azione degli enzimi endogeni che scompongono le proteine.

Nel sottovuoto, invece, questo processo non avviene: la mancanza di ossigeno blocca l’attività enzimatica e impedisce il calo peso tipico della frollatura.

Anzi, se conservata troppo a lungo sottovuoto, la carne può sviluppare odori sgradevoli e liquidi di degradazione.

Confondere le due pratiche è un errore diffuso, ma anche potenzialmente rischioso per la sicurezza alimentare.

Cosa dice la legislazione italiana sulla carne sottovuoto e congelata

In Italia la conservazione della carne è regolata da una serie di norme che garantiscono sicurezza alimentare e tracciabilità.

La carne confezionata sottovuoto rientra nei prodotti freschi e deve rispettare il Regolamento (CE) n. 853/2004, che stabilisce le norme igieniche per alimenti di origine animale.

È obbligatorio indicare sull’etichetta la data di confezionamento e la temperatura di conservazione, generalmente compresa tra 0 e +4 °C. La durata massima dipende dal tipo di carne e dalle condizioni di stoccaggio, ma non può superare i limiti previsti dalle linee guida HACCP.

Per la carne congelata, il riferimento è il Regolamento (UE) n. 1169/2011, che impone di segnalare in etichetta la data di congelamento e vieta di indicare come “fresca” una carne che sia stata precedentemente congelata.

Entrambe le categorie devono rispettare i requisiti di igiene previsti dal Pacchetto Igiene europeo e dal D.Lgs. 231/2017 relativo alla sicurezza alimentare.

Fonti

Daniele Ferruccio Toscana
Daniele Ferruccio Toscana
Nato nel 1979, ho intrapreso studi in conservazione del patrimonio artistico, ma la mia vera vocazione si è rivelata altrove. Per oltre un decennio, ho gestito con passione un pub di mia proprietà a Roma, dove ho appreso che la qualità degli ingredienti è fondamentale per una cucina eccellente, soprattutto quando si tratta di carne e pesce. Da questa esperienza e dalla mia passione per la scrittura è nato Grigliamo.it, un progetto che unisce l'arte culinaria alla condivisione di ricette e consigli per gli amanti della griglia e del barbecue.

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